Argomenti: Valore aggiunto

I risultati INVALSI: un diario di bordo per la scuola

24/01/20

I risultati delle Prove INVALSI ci aiutano a comprendere i livelli di competenze degli alunni, ma anche il loro percorso nella scuola.

Come leggere l’effetto scuola

05/11/19

I dati sull’effetto scuola relativi all’anno scolastico 2018-2019 sono disponibili nell’area riservata del sito invalsi.it, vediamo insieme come leggerli.

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L’effetto scuola (valore aggiunto) nelle prove INVALSI 2018

L’effetto scuola nelle istituzioni scolastiche del I e II ciclo d’istruzione

A cura di: Angela Martini (2019)

Editore: INVALSI, Roma

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Dal 2016 l’INVALSI restituisce alle scuole i risultati ottenuti dai loro studenti nelle prove di Italiano e di Matematica non solo in termini di risultati osservati (o grezzi) ma anche in termini di indicatori di valore aggiunto. Qual è la differenza tra queste due diverse modalità di misurare l’efficacia di una istituzione educativa? Possiamo definire l’efficacia (effectiveness) di una istituzione in generale come il grado in cui essa riesce a conseguire i propri obiettivi programmatici. Nel caso della scuola, si distingue tra efficacia interna ed esterna: indicatori di efficacia interna sono, ad esempio, i livelli di apprendimento raggiunti dagli studenti nelle discipline d’insegnamento o la proporzione di studenti che giunge a completare un ciclo di studi o a conseguire un certo titolo di studio, mentre sono indicatori di efficacia esterna la proporzione dei diplomati che si inserisce nel mercato del lavoro, la coerenza tra occupazione e titolo di studio posseduto, ecc.

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Copertina di Un esercizio di calcolo del valore aggiunto delle scuole italiane sulla base dei risultati della prova INVALSI di Matematica 2017 del grado 8

Un esercizio di calcolo del valore aggiunto delle scuole italiane sulla base dei risultati della prova INVALSI di Matematica 2017 del grado 8

Working Paper N. 35/2018

Autore: Andrea Bendinelli & Angela Martini

Collana: Working Papers INVALSI

Codice ISSN: 9788867564187

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La valutazione della qualità dell’istruzione fornita dalle scuole è al centro delle riforme educative degli ultimi decenni. Per comune riconoscimento, perché il confronto tra le scuole possa essere equo, è necessario valutare il contributo che ognuna di esse dà all’apprendimento dei suoi studenti al netto dei fattori estranei al suo operato ma che pure incidono sui risultati scolastici: le caratteristiche socio-demografiche degli alunni e il loro livello di preparazione all’ingresso nella scuola. È cioè necessario valutare le scuole non tanto sulla base dei risultati raggiunti dai loro studenti in termini assoluti, bensì in termini di indicatori di valore aggiunto. Dal 2016 l’INVALSI ha iniziato a restituire alle scuole gli esiti delle prove standardizzate di Italiano e Matematica cui sottopone annualmente gli studenti italiani, oltre che come punteggi grezzi, anche come punteggi di valore aggiunto. È tuttavia un tema meritevole di riflessione quali siano le variabili da prendere in considerazione al fine di depurare il risultato delle prove dal peso dei fattori esogeni che, pur influendo sui livelli di apprendimento, sfuggono al controllo delle scuole. In questo lavoro, utilizzando i dati campionari relativi alla prova di Matematica di terza secondaria di primo grado del 2017, si pongono a confronto due modelli di stima del valore aggiunto delle scuole italiane: nel primo non si tiene conto della regione in cui l’istituto è ubicato mentre nel secondo il valore aggiunto è calcolato al netto anche di questa variabile.

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