Principi e azioni per la Scuola del futuro

Un gruppo di esperti incaricato dalla Commissione Nazionale Italiana dell’UNESCO ha elaborato una riflessione in 20 punti su come migliorare il nostro sistema d’istruzione tenendo conto del ruolo strategico dell’educazione per il rilancio sociale ed economico dell’Italia.

Principi e azioni per la Scuola del futuro

Il progresso economico, sociale e culturale passa per la Scuola

Una Scuola innovativa ed efficiente, infatti, è una risorsa strategica per lo sviluppo delle società, non solo per l’avanzamento del sapere, ma anche per garantire equità, inclusione e benessere a tutti i cittadini.

Quali riforme allora prevedere per il nostro sistema scolastico per accompagnare i giovani alla cittadinanza consapevole e l’Italia verso la ripresa economica e socioculturale?

Il ruolo dell’educazione per il rilancio sociale ed economico italiano

È ciò a cui hanno cercato di dare risposta gli esperti incaricati dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO elaborando un quadro di proposte per il sistema educativo del futuro e il rilancio sociale e economico dell’Italia.

L’iniziativa della Commissione si inserisce nelle attività per il raggiungimento dell’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile, che ha sancito la stretta correlazione tra un’istruzione di qualità, permanente e inclusiva e un futuro più sostenibile per tutta l’umanità.

Il gruppo, presieduto da Franco Bernabè, si è avvalso del contributo di Patrizio Bianchi, Alberto Felice De Toni, Alfonso Fuggetta, Cristina Grieco, Luigi Nicolais, Corrado Petrocelli, Francesco Profumo, Giovanni Puglisi e Enrico Vicenti.

Le fragilità del sistema scolastico italiano

La premessa dalla quale si è partiti è la constatazione che l’Italia è indebolita da alcune fragilità educative.

I livelli e la qualità dell’istruzione di alcune fasce della popolazione hanno bisogno di essere rafforzati, soprattutto nei contesti geografici svantaggiati, come evidenzia la ricerca nazionale e internazionale, da OCSE PISA alle Rilevazioni nazionali dell’INVALSI.

  • Il livello di istruzione terziaria per la popolazione in età adulta è la metà della media dei paesi industrializzati
  • I giovani italiani sono più orientati verso percorsi umanistici a discapito delle discipline tecnico-scientifiche, dove maggiori sono le opportunità di inserimento lavorativo
  • Gli studenti italiani ottengono punteggi in Scienze (468) inferiori alla media OCSE (489), mentre nella Lettura si fermano a 476, a fronte di una media OCSE di 487 (OCSE PISA)
  • Quasi il 30% degli studenti non raggiunge un livello di conoscenze generali in Lettura sufficiente per risolvere una vasta gamma di problemi pratici e appena il 5% rientra nei top performer, a fronte di una media OCSE del 9% (OCSE PISA)
  • La dispersione scolastica registra un tasso del 13.5% rispetto a una media europea del 10.2% (Eurostat 2019)
  • I giovani NEET, ovvero coloro che non sono occupati né inseriti in un percorso formativo, scolastico o universitario, sono il 28% rispetto alla media OCSE del 15.1% (Eurostat 2018)
  • La percentuale di abbandono scolastico, la quota della popolazione giovanile che non è impegnata nello studio o nel lavoro, i livelli di competenze in Italiano e Matematica raggiunti dagli alunni evidenziano profondi divari tra Nord e Sud Italia
  • In Italia la spesa per l’istruzione (dalla Primaria all’Università) rappresenta il 3,6% del PIL contro la media OCSE superiore al 5%

A queste problematiche esistenti nel nostro Paese, si sono aggiunti gli effetti dell’emergenza sanitaria sul sistema d’istruzione e del blocco delle attività didattiche in presenza.

Le criticità emerse sono state al centro della riflessione della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO che ha portato a un documento finale di 20 principi e azioni per la Scuola del futuro.

20 principi e azioni per la Scuola del futuro 

Sono stati innanzitutto riaffermati alcuni principi universali.

Sono i valori sui i quali si fonda il sistema d’istruzione italiano, nella funzione che gli è stato assegnato dalla Costituzione, dalle organizzazioni internazionali e dalla società civile.

La Scuola è strumento di crescita, inclusione e coesione sociale.

Le azioni proposte potrebbero avere un impatto positivo sul sistema d’istruzione italiano, creando le condizioni perché i giovani

  • si inseriscano più facilmente nel mercato del lavoro
  • possano vedersi garantita una migliore qualità della vita
  • ricevano le competenze chiave per essere formati come cittadini attivi e consapevoli

Ridurre i divari tra le diverse aree del Paese

Colmare le differenze territoriali presenti nel sistema scolastico e nei livelli di competenze raggiunti è tra gli obiettivi più ambiziosi da perseguire per lo sviluppo dell’Italia.

Tra le proposte di sostegno, anche per ridurre i livelli preoccupanti di dispersione scolastica soprattutto al Sud, c’è la creazione di reti di collaborazione tra scuole, associazioni territoriali e servizi degli Enti locali, con il coinvolgimento anche delle università.

La ristrutturazione dei cicli scolastici

Si ritiene fondamentale implementare una riforma durata dei cicli scolastici (3-19 anni) armonizzandola con gli anni di scolarizzazione/istruzione obbligatoria (6-16 anni).

Un aspetto problematico individuato a livello di competitività sul mercato del lavoro è il fatto che gli studenti italiani si diplomano più tardi rispetto ad altri colleghi europei.

Inoltre, il termine della Scuola dell’obbligo, 16 anni, non coincide con alcun titolo di studio.

Agire su questo aspetto, anche potenziando la formazione professionale agirebbe sull’alto tasso di dispersione scolastica che si registra nelle fasce di età non più in obbligo scolastico. 

La Scuola è luogo di formazione ed educazione della persona e non solo di acquisizione di competenze

Imparare ad imparare, una competenza per la vita

Imparare ad imparare è la competenza più importante che la Scuola deve trasmettere.

Ogni cittadino deve essere in grado di affrontare autonomamente le sfide di una cittadinanza in cui apprendere nuove conoscenze e competenze è un obiettivo lungo tutto l’arco della vita.

Gli esperti sottolineano come il legame tra competenze acquisite e obiettivi strategici del Paese debba essere parte della riprogettazione del sistema d’istruzione a tutti i livelli scolastici e in tutti i percorsi di studio.

Per facilitare l’inserimento nel mercato del lavoro è necessario rafforzare il rapporto tra Scuola e imprese già nel primo biennio della Scuola superiore e orientare gli studenti alla scelta consapevole del percorso universitario per ridurre gli abbandoni dell’istruzione terziaria.

Le imprese da parte loro devono continuare a investire nello sviluppo delle risorse umane lungo tutta la vita professionale, in una prospettiva di formazione continua.

La Scuola è strumento di apertura al mondo

Potenziare la Scuola

La Scuola ha bisogno di riforme che potenzino il suo ruolo sul territorio fin dai primi anni di istruzione.

  • Un maggior numero di asili nido e il supporto concreto a una buona scuola dell’infanzia anche nelle regioni meridionali sono condizioni fondamentali per il successo scolastico negli anni successivi
  • Come leva per l’innovazione del sistema scolastico, occorre inoltre prevedere la diffusione capillare del tempo pieno e del tempo prolungato, partendo dalle aree periferiche o sottosviluppate in particolare nel Mezzogiorno
  • La qualità delle strutture degli istituti deve essere migliorata anche attraverso investimenti in edilizia scolastica e in generale nella cura dei luoghi di studio
  • Dal punto di vista finanziario, occorre garantire l’autonomia delle scuole, prevedendo l’istituzione di fondi che i dirigenti possano investire nella formazione interna e maggiori risorse per affrontare le problematiche specifiche di ogni territorio e contesto socioculturale

La Scuola è fatta dalle persone

Mettere al centro le persone è elemento imprescindibile della riforma: i soggetti attivi della Scuola, docenti, studenti e famiglie, e il rinnovamento delle relazioni che si tessono tra loro.

Tra le azioni proposte, emerge la necessità di investire nella formazione e nell’aggiornamento del personale scolastico e ripensare le modalità di accesso alla professione.

I livelli di carriera e di retribuzione del personale devono essere riformulati per rafforzare l’attrattività della Scuola nei confronti di profili di alto profilo.

In conclusione, la Commissione Nazionale Italiana dell’UNESCO, auspica una trasformazione del paradigma educativo per rispondere più efficacemente alle sfide della società contemporanea e del mercato del lavoro:

  • I cicli di studio così come la formazione per gli adulti devono tener conto delle competenze chiave per l’apprendimento permanente
  • La relazioni tra imprese e università deve essere binaria e prevedere scambi in termini di ricerca e innovazione

Lo spazio Scuola deve diventare uno spazio più inclusivo e interdisciplinare

Didattica a distanza inclusiva e innovativa

Infine, un’attenzione particolare va posta al tema della didattica da remoto durante l’emergenza coronavirus.

Si tratta di uno strumento nuovo per la Scuola ma non necessariamente innovativo.

Per essere definita tale, la didattica a distanza e integrativa deve infatti  in ogni caso:

  • promuovere l’inclusione nell’apprendimento e un accesso equo agli strumenti tecnologici necessari ad usufruire della didattica a distanza
  • prevedere modalità di verifica del grado di apprendimento degli allievi diverse da quelle della lezione in presenza
  • garantire la riservatezza della relazione tra docente e allievi
Approfondimenti

Se hai trovato interessante questo contenuto puoi iscriverti alla newsletter mensile di INVALSIopen per ricevere via mail i nostri aggiornamenti.

Voglio ricevere gli aggiornamenti di INVALSIopen


Seguici sui nostri canali social

 

® INVALSI – Via Ippolito Nievo, 35 – 00153 ROMA – tel. 06 941851 – fax 06 94185215 – c.f. 92000450582 | CookiesPrivacy PolicyPhoto Credits

 

logo PON