Riconoscere la complessità come forza motrice per la Scuola

Anche per il 2025 i dati della Rilevazione INVALSI hanno messo in evidenza aspetti di grade complessità della Scuola, con luci e ombre sui risultati che i nostri ragazzi conseguono e sulle opportunità di apprendimento che l’istituzione scolastica garantisce a ciascuno di loro. Scopriamo qual è il ritratto della nostra Scuola che emerge quest’anno dalla Rilevazione INVALSI 2025.

La partecipazione in numeri

La partecipazione alla Rilevazione 2025 è stata molto ampia, come avviene ormai da diversi anni, con la compilazione di un numero di prove elevato:

  • oltre 2.500.000 prove in formato cartaceo nella Scuola primaria
  • circa 5.100.000 prove computerizzate (CBT) nella Scuola secondaria di primo e di secondo grado

Passi avanti incoraggianti

Un segno chiaro e importante di questo andamento positivo è certamente nella riduzione del numero di abbandoni scolastici (ELET) che si registra quest’anno, un risultato a lungo perseguito dalla nostra Scuola.

I dati, rilevati oggettivamente, mostrano un calo del numero di ragazzi che lasciano il percorso di studi senza averlo completato, confluendo purtroppo spesso in percorsi di vita disfunzionali.

Questa riduzione denota un fenomeno estremamente importante. Indica infatti un aumento delle quote di allievi che raggiungono il diploma, con evidenti ricadute positive sugli apprendimenti e anche a più ampio livello sociale.

Una maggiore efficacia nel portare un numero maggiore di studenti al traguardo del diploma indica la capacità crescente sistema scolastico di accogliere le fragilità della popolazione studentesca.

Il permanere all’interno del percorso formativo di giovani a rischio di esclusione rende tuttavia più complesso il contesto scolastico. Ciò sollecita la Scuola stessa, la ricerca educativa, le forze politiche e sociali ad aprire altre piste di riflessione e pone esigenze di azione per la cui individuazione la disponibilità di dati oggettivi è uno strumento prezioso e irrinunciabile.

Una prima evidenza di questa necessità è messa in luce dall’aumento della dispersione implicita, cioè del numero di allieve e allievi che, pur non lasciando il percorso d’istruzione hanno esiti di apprendimento più bassi di quelli attesi per il loro livello di scolarità.

Le dimensioni della fragilità negli apprendimenti

Quando si parla di fragilità negli apprendimenti e di dispersione scolastica implicita si fa riferimento a delle dimensioni che il Rapporto nazionale INVALSI declina in modo puntuale. In riferimento agli ambiti disciplinari indagati dalle Prove INVALSI si parla di:

  • fragilità negli apprendimenti in Italiano e Matematica se lo studente o la studentessa non raggiunge il livello 3 (considerato la soglia di adeguatezza) né in Italiano né in Matematica, fermandosi quindi al livello 1 o al livello 2;
  • fragilità negli apprendimenti in Inglese se l’allievo o l’allieva non raggiunge il livello A1 (al termine della scuola primaria), il livello A2 (al termine del primo ciclo d’istruzione) o il livello B1 (al termine del secondo ciclo d’istruzione) né in Reading né in Listening

La fragilità si tramuta in rischio di dispersione implicita

se lo studente o la studentessa consegue traguardi lontani da quelli attesi dopo otto anni di scuola, ossia si ferma al livello 1 o al livello 2 sia in Italiano sia in Matematica e non raggiunge il livello A2 in entrambe le parti della prova di Inglese

e si può trasformare in dispersione implicita

se lo studente o la studentessa consegue traguardi molto lontani da quelli attesi dopo tredici anni di scuola, ossia si ferma al livello 1 o al livello 2 sia in Italiano sia in Matematica e non raggiunge il livello B1 in entrambe le parti della prova di Inglese (Rapporto 2025, p. 165).

Queste evidenze certamente sollecitano ad adottare strategie che permettano di accogliere coloro che prima abbandonavano la scuola e che ora la frequentano senza che questo si rifletta sui risultati degli altri studenti e delle altre studentesse.

Si pone quindi un problema di competenze da migliorare, con interventi capaci di incidere sulla vita scolastica, tenendo conto delle caratteristiche granulari che queste hanno nei singoli territori, una possibilità che i dati delle Rilevazioni nazionali mettono a disposizione ogni anno da molti anni con crescente chiarezza.

Guardando al futuro

I divari che indubbiamente si registrano tra i risultati conseguiti nei diversi territori, l’andamento longitudinale degli esiti di apprendimento, le comparazioni tra le Rilevazioni non devono indurre al pessimismo.

 A partire da queste evidenze si possono invece definire direttrici da percorrere per assolvere all’impegno di innovare proprio del processo di educazione-formazione-istruzione, accogliendo le sfide del presente in una prospettiva aperta al futuro, attenta alla qualità dell’insegnamento, alla formazione del personale, alla cooperazione tra attori sociali diversi, per costruire un’offerta formativa sempre più ricca e interessante, equa e inclusiva.

Una strategia possibile per muoversi con successo in questa direzione è cogliere e rafforzare le competenze educativo-formative che sempre più dimostrano il loro peso nei processi di apprendimento e sugli esiti che ne conseguono, come le competenze digitali.

I risultati positivi riportati in questo ambito dal campione di studenti del secondo anno di scuola secondaria di secondo grado sono sicuramente interessanti per apprezzare la capacità crescente della nostra Scuola di promuovere competenze chiave per la cittadinanza digitale, fondamentali per lo sviluppo personale e collettivo.

Monitorare con continuità e precisione gli apprendimenti e le fragilità degli studenti è essenziale per un sistema scolastico.

Senza dati puntuali e capillari sarebbe impossibile individuare tempestivamente i segnali della dispersione implicita e attivare interventi mirati ed efficaci. Conoscere bene il problema è il primo passo per affrontarlo con strumenti adeguati.

Questa ultima Rilevazione INVALSI ha mostrato con particolare evidenza quanto cammino abbia percorso in questo senso il nostro sistema formativo e i risultati stessi sono un auspicio per sviluppi in positivo.

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