La sfida educativa della sostenibilità

L’educazione alla sostenibilità richiede a ogni cittadino, di qualunque età, l’impegno ad assumere comportamenti e stili di vita che abbiamo come fulcro il rispetto e la responsabilità verso le persone e verso l’ambiente. Ma come è cambiata nel tempo l’idea di sostenibilità?

L’idea di sviluppo sostenibile è evoluta nel corso di poco più di 50 anni, dal 1972, quando se ne parla per la prima volta durante la prima conferenza Onu sull’ambiente, a oggi. Da una prospettiva inizialmente solo ecologica verso una visione attraverso la quale leggere e affrontare problemi economici e ambientali, per approdare poi a un concetto più globale e inclusivo, che abbraccia anche la dimensione sociale.

E oggi è proprio la sostenibilità sociale la sfida maggiore che ogni comunità nazionale e la comunità internazionale devono affrontare, una sfida nella quale la scuola svolge un ruolo di primo piano perché tra i beni fondamentali da garantire, con la salute e il benessere per ogni persona, vi è l’istruzione.

Un’istruzione di qualità è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile

Agenda 2030, Obiettivo 4

Sostenibilità e istruzione non possono essere disgiunte, poiché la costruzione di società più giuste ed eque richiede un rinnovamento dei processi educativi e formativi. È questa un’istanza certamente non nuova ma che nell’Agenda 2030 viene ribadita e ulteriormente declinata in indicazioni per i sistemi scolastici di ogni Pese, chiamati a rileggersi alla luce dell’esigenza di realizzare una effettiva trasformazione culturale, sociale e politica. Il richiamo forte è quello di assumere nella formazione scolastica una prospettiva che esca dai confini delle specifiche discipline per abbracciarne una più aperta, che ambisca a

modificare tutte le discipline: dalla storia alla geografia, dalle scienze alla matematica, dal diritto all’economia, dalla lingua italiana alle materie professionali [poiché] ciascuna di esse offre infatti spunti di riflessione sulla sostenibilità

Agenda 2030, 2016

Modi di fare scuola che valorizzano l’interdisciplinarità, la transdisciplinarità, l’interattività e la partecipazione attiva, come vie imprescindibili per offrire ai giovani una formazione che non sia solo conoscenza ma che li prepari ad essere cittadini capaci di confronto e di dialogo, sono indubbiamente già presenti nella scuola. È questo infatti il luogo nel quale i ragazzi, già dal loro ingresso nella scuola dell’infanzia, trovano l’ambiente in cui fare esperienza di relazione, di crescita personale ma anche collettiva, tutti elementi fondamentali per apprendere a esercitare una cittadinanza responsabile nell’arco della loro vita attraverso momenti di reale condivisione.

È quanto nella nostra scuola si è voluto rafforzare con l’Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica dall’a.s. 2020-2021 sia nel primo ciclo di istruzione sia nel secondo.

Ma cosa contraddistingue questo insegnamento?

Il suo tratto caratterizzante è quello della trasversalità, poiché promuovere una cultura della sostenibilità è un compito che investe tutte le discipline e attraversa tutti i cicli scolastici, o meglio ancora tutte le età della vita.

Le soluzioni organizzative perché questo sia possibile e siano declinati in azioni formative i tre nuclei principali, molto impegnativi, intorno ai quali ruota questo insegnamento – Costituzione, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale – sono affidate alle singole scuole ma il filo rosso che lega progetti, percorsi, iniziative e strategie è guidare i giovani a superare una prospettiva individualistica.

Questo richiede la riaffermazione della cura come valore e come strumento per saper comprendere e trattare le nuove fragilità sociali, con le quali la scuola in quanto microcosmo sociale si confronta costantemente, per educare alla democrazia, per valorizzare la creatività e le competenze con le quali ogni persona può arricchire la propria vita e la collettività, contribuendo a ridisegnare un futuro che renda operativi e tangibili valori alti come sostenibilità e partecipazione.

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