La Scuola non si ferma per non smettere di imparare

Scuole chiuse e emergenza sanitaria non fermano la didattica. Abbiamo raccolto le voci di insegnanti e dirigenti scolastici impegnati a costruire un nuovo spazio virtuale di conoscenza e competenze, con l’ausilio della rete e degli strumenti tecnologici. Accelerata dall’emergenza, la rivoluzione digitale cambierà la Scuola del futuro?

La Scuola non si ferma per non smettere di imparare

Da quando le scuole sono chiuse per il contenimento della diffusione del Covid-19, insegnanti, dirigenti scolastici e studenti stanno sperimentando un nuovo modo di stare a scuola.

Virtualmente, senza mai uscire di casa.

È la rivoluzione digitale che, attivata dall’emergenza, resterà un’eredità della scuola italiana anche quando tutto tornerà alla normalità.

La didattica a distanza

Il D.P.C.M. dell’8 marzo 2020 ha previsto infatti che:

I dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità.

La didattica a distanza è al momento l’unica alternativa per non smettere di imparare

La Scuola non si ferma. Una sfida didattica che abbiamo scelto di ascoltare direttamente da chi vive di scuola ogni giorno.

Cosa sta succedendo nelle classi virtuali in giro per l’Italia?

Sono tante le piattaforme rese gratuite per le scuole in queste settimane o che prevededono almeno una versione basic aperta a tutti.

Gli insegnanti che abbiamo ascoltato, registrano videolezioni con ScreenCast-O-Matic e le caricano su Youtube. Assegnano compiti e somministrano test tramite WeSchool e Google Fogli.

Formano classi virtuali su Google Meet, Skype e Zoom Meetings per tenere lezioni live.

Producono materiali didattici in file audio per il ripasso, messi a disposizione su Google Classroom o recapitati direttamente sui gruppi WhatsApp di classe.

Lavoriamo tantissimo, stamattina sono sveglia dalle 6. I ragazzi devono sapere che la scuola c’è, anche se non visivamente – racconta un’insegnante di una scuola media.

Lavoro con gli studenti sia in modalità asisncrona che sincrona. Si possono sfruttare almeno dieci applicazioni tra le quali scegliere quelle più adatte al proprio contesto
– spiega un insegnante impegnato nella didattica a distanza con allievi di un istituto tecnico.

Prima tra il 50 e il 60 per cento dei nostri docenti usavano gli strumenti tecnologici. Ora siamo al 100% – riferisce la dirigente di un liceo scientifico.

I programmi didattici avanzano? Gli studenti imparano?

Il 17 marzo il Ministero ha inviato una nota alle scuole con le Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza.

Come si legge nel documento, la didattica a distanza deve rispondere a due finalità.

Da un lato aiuta a mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, contro il rischio di isolamento e di demotivazione.

Dall’altro lato, è anche essenziale che ogni studente sia coinvolto in attività significative dal punto di vista dell’apprendimento.

Per una dirigente di un liceo scientifico di Cremona, tra le città più colpite dal Coronavirus, la strategia è stata consigliare ai docenti un periodo di analisi e monitoraggio, limitandosi al ripasso, per poi proseguire con il programma.

Nelle classi virtuali gli studenti non si limitano a fare i compiti assegnati. Come ci confermano tutti gli insegnanti che abbiamo sentito, si cerca di proseguire con il programma didattico con i giusti accorgimenti.

Nella nuova Scuola virtuale, i sonetti di Petrarca, i tempi verbali o le Crociate si imparano in videoconferenza.

I miei ragazzi sono stati formidabili, collaborativi e sensibili. Rispettiamo il calendario settimanale delle lezioni, come se fossimo a scuola. Martedì? C’è storia. Mercoledì? Geografia. E così si va avanti.

Sarebbe poco motivante fare solo ripetizione di vecchi argomenti. I temi nuovi sono anche uno stimolo, ma li affronto nella misura in cui riesco a fornire lezioni esaustive con gli strumenti della didattica a distanza.

La programmazione didattica va certamente rimodulata. Non posso trattare argomenti che non si addicono a questa modalità a distanza. Scelgo quindi argomenti più lineari e più semplici da comprendere.

I docenti sono pronti alla rivoluzione digitale?

Non tutti gli insegnanti utilizzavano, già prima dell’emergenza Coronavirus, gli strumenti tecnologici. Per questi docenti imparare in fretta è un compito che si sono assunti con grande responsabilità e motivazione.

Ci aiutiamo tra noi, – racconta un insegnante in Trentino. – Sono in contatto costante con una mia collega che ha più problemi di me e le sto facendo da tutor per utilizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione.

In una scuola della provincia di Matera, come ci racconta un’insegnante di due classi di prima media, si è preferito un approccio più organico.

Tutti gli insegnanti nella nostra scuola utilizzano gli stessi programmi, selezionati dal dirigente scolastico con il supporto dell’animatore digitale.
È molto importante non mettere in difficoltà i ragazzi in un momento già abbastanza complicato e confuso per loro.
Non è utile nemmeno per i docenti usare piattaforme e strumenti diversi tra una lezione e l’altra.

I consigli di classe, tenuti online, diventano il luogo virtuale dello scambio di prassi e buone pratiche e di gestione delle domande. 

Quale strumento usare? Quale piattaforma è preferibile? 

Puntare all’omogeneità dell’offerta formativa e degli strumenti utilizzati e all’interazione costante con i ragazzi sembra essere essenziale per tutti. 

Come mantenere alta la soglia di attenzione degli studenti?

Alcuni insegnanti ci hanno segnalato i loro piccoli trucchi per tenere la classe attenta.

Tra le soluzioni, è soprattutto l’esperienza dei docenti a mettersi in gioco e in modi nuovi rispetto alle aule reali.

Ieri ho avuto le classi al completo. Tutti i ragazzi presenti. Già questo mi dà un riscontro positivo di ciò che stiamo facendo.

Bisogna lavorare anche con il video per non far annoiare i ragazzi. Uso spesso ad esempio Prezi per realizzare slide animate e interattive.

Le case editrici ci stanno supportando mettendo risorse gratuite a disposizione: materiali e apparati digitali dei libri di testo, un corredo corposo di video, presentazioni, videolezioni, clip.

Cerco di fare in modo che i miei alunni non stiano tutto il tempo davanti al monitor. Chiedo di intervenire, correggiamo insieme dei testi, li invito a guardare il libro cartaceo, a evidenziare o sottolineare, in modo da alternare il lavoro al computer con altre attività.

Tutti gli allievi hanno una connessione e almeno un dispositivo?

Sul fronte delle pari opportunità, alcuni studenti non hanno un pc o un tablet, mezzi tecnologici sufficienti per mettersi in condizione di ricevere la didattica a distanza.

E se in casa ci sono più figli e quindi più studenti? Come si fa?

Non tutte le famiglie hanno un computer per ogni figlio/allievo. Insegnanti e dirigenti fanno il possibile per rispondere alle carenze riscontrate.

Come insegnante sto cercando di andare incontro il più possibile alle famiglie. Ad esempio, correggo anche i temi scritti a penna, fotografati dai miei allievi e mandati su WhatsApp.

Nella nostra scuola abbiamo un’utenza anche fuori città, dove non sempre la connessione è stabile. Cerchiamo quindi di alternare le videoconferenze a altri strumenti, come il materiale didattico online e lezioni prima registrate e poi inviate.

Come si sta gestendo la valutazione degli studenti?

Il tema della valutazione è quello su cui tutti gli intervistati riconoscono le difficoltà più forti.

Sicuramente la riflessione prosegue, bisogna continuare a migliorarsi in questa fase di sperimentazione.

Sono i ragazzi stessi che vogliono essere valutati. Mi chiedono: ma ci mettete il voto?

L’impossibilità di utilizzare gli stessi criteri che si usano nella didattica in presenza, pone una riflessione su come applicare una griglia valutativa.

Sarà una valutazione più orientata alle competenze?

L’orientamento delle scuole per ora è preferire una valutazione del processo di apprendimento degli studenti più che dei contenuti in sé.

I docenti prediligono il monitoraggio dei ragazzi tramite l’interazione, facendo emergere per ora le parti positive che vengono restituite, in attesa di avere criteri omogenei.

Su WeSchool c’è una sezione dedicata agli esercizi e alle verifiche. Le verifiche si possono addirittura mettere a tempo. Sto utilizzando questa modalità.

Ho assegnato dei temi da svolgere che gli allievi mi hanno mandato in Word e che ho rimandato loro corretti.

In questo momento non mi sento di dare una vera valutazione. Ma sto dando un incoraggiamento in un momento difficile a chi si mette in gioco nella didattica a distanza, ad esempio sperimentando nuovi strumenti.

E la maturità?

Per gli studenti del grado 13, le quinte superiori, le preoccupazioni sono più alte. 

Gli altri avranno tempo per recuperare, ma questi ragazzi dovranno sostenere l’esame di Stato.

Al momento stiamo andando avanti come se la Maturità non dovesse subire modifiche.
Ma abbiamo bisogno di ricevere indicazioni chiare e per tempo su come realmente sarà condotta la Maturità quest’anno. Questo ci potrebbe aiutare a lavorare in maniera positiva con i ragazzi
è la richiesta di una dirigente.

La didattica a distanza sostituirà la Scuola?

Cosa abbiamo imparato da questa esperienza?

Secondo una dirigente intervistata – porteremo con noi le competenze digitali acquisite, la capacità di rimodulare la programmazione didattica e le riflessioni sulla valutazione.

Tutti gli insegnanti sono d’accordo nel continuare ad utilizzare la tecnologia anche quando le scuole riapriranno.

Con un’importante precisazione, come sottolinea un’insegnante:

La didattica a distanza ha dei limiti.

Con questo strumento si perdono i ragazzi meno motivati che in classe possono essere seguiti e stimolati con più attenzione. Mentre ora non ci resta che pungolarli su WhatsApp ad unirsi alle classi virtuali.

Altro problema sono gli studenti che hanno meno strumenti in casa. Chi non ha un pc o una connessione, ma solo un cellulare e una connessione dati mobile, ha meno opportunità di seguire le lezioni. Ecco perché questo mezzo, seppur utile, non può sostituire la Scuola.

Solo la Scuola dà pari opportunità a tutti.

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