Migliorare la motivazione

Chi studia e impara davvero ci riesce perché ne ha voglia, ne ha voglia perché prova gusto nel farlo e ci prova gusto perché sa che ce la può fare. La scuola deve fare quindi uno sforzo speciale per nutrire la motivazione a studiare, a imparare e a fare meglio. Questa risorsa nasce e si alimenta con il successo, quindi può essere più fragile per i ragazzi che sperimentano maggiori difficoltà scolastiche.

La motivazione è sicuramente molto legata al successo: quando una cosa ci riesce, siamo spronati a investire energie e a cimentarci anche in cose più difficili. Al contrario, chi comincia a sperimentare insuccessi, forse perché svantaggiato in partenza, perde più facilmente questa forza motrice.

La Scuola per un bambino o ragazzo è senza dubbio un luogo importante per confrontarsi con le sue competenze cognitive, sociali e relazionali, e le esperienze che fa in questo ambiente hanno un peso rilevante nella costruzione dell’immagine di sé.

Se già dall’inizio del percorso formativo l’allievo si sentirà adeguato ad affrontare situazioni sfidanti costruirà un atteggiamento positivo che molto probabilmente lo accompagnerà nel tempo, a Scuola e nelle altre situazioni di vita.

Se invece percepirà la Scuola come un ambiente faticoso, fonte di poche soddisfazioni, rischierà di entrare in un regime di economia e cercherà di sopravvivere facendo il minimo indispensabile. Comincerà quindi a rendere meno di quanto potrebbe, imboccando un percorso di disaffezione per lo studio e la scuola che potrebbe portarlo in seguito ad abbandonare il percorso di studi prima di averlo concluso, entrando a far parte di quel novero di dispersi che fortunatamente nel nostro Paese ha manifestato nel 2025 un’interessante e incoraggiante riduzione.

Proprio perché la motivazione è così legata alla percezione del proprio successo o insuccesso, un fattore chiave è la cosiddetta mentalità di crescita (growth mindset).

Su questa la Scuola può esercitare una decisiva azione di sostegno insegnando delle strategie di apprendimento più efficaci, premiando gli sforzi fatti e dando dei feedback che aiutino il ragazzo a raggiungere risultati positivi. In questo modo si aiutano gli allievi a mantenere verso gli insuccessi – possibili in ogni percorso – un atteggiamento positivo e propositivo, che fa vivere la difficoltà come una sfida e un’opportunità.

Di fronte a eventuali insuccessi gli studenti fiduciosi che le proprie capacità e competenze siano risorse da sviluppare reagiscono molto meglio di coloro che ritengono siano invece delle qualità statiche e immodificabili (il famoso allievo “è portato per…”).

I ragazzi con una costruttiva mentalità di crescita hanno quindi una marcia in più per migliorare i propri risultati scolastici, perché vivono la sfida di ciò che ancora non possiedono come un’occasione per sperimentarsi in compiti che successivamente padroneggeranno.

È evidente che la motivazione può subire una flessione se i ragazzi hanno l’impressione che gli sforzi fatti a Scuola non saranno ricompensati dai passaggi successivi o da opportunità lavorative adeguate una volta entrati sul mercato del lavoro.

Al contrario, gli studenti con maggiori aspettative di carriera, o che hanno comunque scelto che cosa vogliono fare, si dedicano molto di più allo studio. E questo si rifletterà sulle loro effettive possibilità sul mercato del lavoro, con un costo che è certamente personale ma anche sociale e sul quale perciò è responsabilità di tutti riflettere.

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