Le linee guida per la didattica inclusiva

Save the Children ha di recente pubblicato Fare didattica inclusiva nel contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa, una guida basata sulle evidenze emerse dal progetto Futuro Prossimo realizzato insieme a Con i Bambini.

Le linee guida per la didattica inclusiva

Futuro Prossimo è un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con capofila Save the Children.

Nel corso dei quattro anni in cui si è svolto è stata elaborata una ricerca per mettere a fuoco e valorizzare gli elementi più significativi da diffondere per favorire una didattica inclusiva efficace nella lotta alla povertà educativa e alla dispersione scolastica.

Ne è nata una guida – Fare didattica inclusiva nel contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa – che si snoda lungo alcuni assi fondamentali: il ruolo della partecipazione delle studentesse e degli studenti, la didattica attiva, la valorizzazione delle specificità del singolo e la messa in circolo delle competenze di ciascuno.

La prospettiva assunta è quella dell’apprendimento cooperativo; nella pubblicazione di Save the Children vengono inoltre presentate buone pratiche e suggerimenti per ispirare azioni trasformative nei diversi contesti scolastici e territoriali.

Vediamo insieme quali sono le principali raccomandazioni contenute nel documento e basate sull’esperienza del gruppo di lavoro che ha curato il progetto.

Mettere i ragazzi al centro

La didattica inclusiva mette al centro gli alunni: la progettazione delle attività prende avvio dai loro interessi e dalle loro domande.

Una formazione inclusiva offre spazi in cui gli studenti possono scegliere, auto-organizzare e avere nelle mani il proprio progetto formativo. I giovani sono quindi sono sostenuti da adulti competenti e rispettosi della loro individualità.

Gli insegnanti devono essere facilitatori dell’apprendimento e consentire ai propri studenti di trovare un buon equilibrio tra fiducia nelle proprie possibilità e apertura alla crescita e al cambiamento.

Ripristinare il nesso con la vita vera

La didattica inclusiva si riconnette ai temi dell’attualità e aiuta ragazze e ragazzi a orientarsi e a prendere posizione nel mondo.

Proprio per favorire questo processo le situazioni di apprendimento diventano autentiche, ricuciono teoria e pratica in un dialogo continuo fra esperienza e riflessività.

Apprendere insieme

La didattica inclusiva promuove il riconoscimento dei compagni di studio come risorse: favorisce perciò relazioni significative di collaborazione e solidarietà, disincentivando concorrenza, antagonismo e individualismo.

La letteratura scientifica evidenzia come l’apprendimento cooperativo e il tutoraggio tra pari producano un clima di lavoro inclusivo, nel quale le interazioni generano consapevolezza di sé e favoriscono il dialogo con gli altri.

Valorizzare le differenze

La didattica inclusiva è in grado di riconoscere le caratteristiche peculiari di ognuno. Per questo prevede tempi per accogliere e ascoltare, rende visibili le differenze individuali per valorizzarle, aiuta a riconoscere i talenti e offre supporto nelle difficoltà.

La didattica diviene plurale e flessibile, con l’insegnante che ha il prezioso e impegnativo compito di promuovere e sostenere la fiducia negli studenti nelle proprie capacità e possibilità di riuscita.

Promuovere la valutazione formativa

Nella didattica inclusiva i progressi vengono monitorati e accompagnati da feedback precisi e puntuali.

Sono da privilegiare le forme di valutazione che danno voce all’opinione personale dei ragazzi sul proprio lavoro, promuovendo la pratica dell’autovalutazione. È utile inoltre condividere con la classe la costruzione del processo valutativo. Il voto, se c’è, deve essere la sintesi del percorso e viene definito mediante indicatori trasparenti e condivisi con gli stessi ragazzi.

Potenziare l’orientamento

Nella didattica inclusiva è essenziale accompagnare ciascun alunno a scoprire il proprio talento.

La progettazione didattica esce quindi dallo spazio scolastico e diviene progetto di vita, aiuta gli allievi a prendere consapevolezza dei propri desideri e ne sostiene la capacità di avviare un proprio progetto.

Valorizzare le attività extra-scolastiche

La didattica inclusiva è aperta alla collaborazione con associazioni e servizi sul territorio.

La scuola, con i suoi spazi, è un punto di riferimento nel territorio ed estende l’offerta formativa alle famiglie e alla comunità tutta: lavorare in sinergia con il contesto in cui si trova e fare rete serve ad arricchire il percorso formativo di ciascuno e a favorire la motivazione ad apprendere, contrastando di conseguenza anche il rischio di interruzione formativa o di dispersione scolastica.

A tal fine è utile promuovere le opportunità di assistenza allo studio, individuale o di gruppo, come spazi per il recupero di singole discipline o di aiuto compiti, percorsi di alfabetizzazione pomeridiani, attività extrascolastiche quali laboratori ricreativi, visite guidate, cineforum, teatri, sport, biblioteche e la frequenza a centri ricreativi e di aggregazione giovanile.

Promuovere la formazione continua e l’innovazione

La scuola deve sostenere opportunità di formazione che accompagnino gli insegnanti a riflettere sulle proprie metodologie didattiche per migliorarle, in un percorso di formazione continua delle proprie competenze professionali e personali.

Il passaggio da una didattica incentrata sull’insegnante a una che è invece caratterizzata dalla partecipazione attiva dei ragazzi richiede infatti un cambiamento nella gestione dei gruppi classe dei processi di insegnamento-apprendimento.

La ricerca, strumento per contrastare la povertà educativa

Gli spunti racchiusi nel rapporto nato dalla ricerca sul campo promossa nell’ambito del progetto Futuro Prossimo sono utili per alimentare il dibattito scientifico su come arginare i fenomeni della dispersione scolastica e della povertà educativa.

Le buone pratiche sperimentate sono state condivise con la finalità di  fornire idee e suggerimenti per azioni trasformative nei diversi contesti scolastici e territoriali. Queste possono infatti essere replicate e adattate a situazioni di vario tipo in cui si riscontrano però difficoltà analoghe.

Con l’ausilio dei dati provenienti dalle indagini nazionali e internazionali è possibile identificare i contesti e i territori in cui è necessario intervenire e anche misurare l’impatto delle iniziative attuate.

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