Un anno speciale per la ricerca educativa

Il 2023 è speciale per la ricerca internazionale. È infatti l’Anno europeo delle competenze e concentra in pochi mesi la diffusione dei risultati di tre importanti indagini: PIRLS, ICCS e PISA. Ma al di là del dato statistico, qual è il valore di questi studi? Qual è il significato culturale che assumono a livello nazionale e internazionale? Perché è fondamentale lasciarci interrogare e guidare dal patrimonio di dati che mettono a disposizione per lo sviluppo sociale? Le ragioni sono sicuramente molte. Proviamo in questa breve riflessione a condividerne alcune.

Il miglioramento della qualità dell’istruzione è un’istanza comune ai numerosi Paesi che, come l’Italia, aderiscono alle indagini internazionali. Il 2023 è un anno speciale per questi studi. È infatti l’Anno europeo delle competenze, in cui si concentrano tre importanti appuntamenti per la presentazione dei risultati di tre indagini IEA e OCSE di grande interesse, scientifico ma anche politico e sociale: il PIRLS – Progress in International Reading Literacy, l’ICCS – International Civic and Citizenship Education Study – e il PISA – Program for International Student Assessment.

Un patrimonio di informazioni ricchissimo quindi, che abbraccia un ampio repertorio di competenze di base, per comprendere in quale misura la formazione scolastica prepari i giovani a essere studenti efficaci nel presente e ad essere cittadini attivi nel corso della loro vita, nei diversi contesti in cui riverseranno le loro risorse personali, in termini di competenze e capacità, di aspettative e di progettualità, di partecipazione sociale e di responsabilità.

In questo breve spazio non vorremmo però focalizzarci sui dati di ricerca e su quanto descrivono in modo analitico e puntuale; per questo avremo sicuramente a disposizione altre sedi e altre occasioni di dibattito. Preferiamo invece condividere una breve riflessione, che avremo modo di approfondire nel prossimo futuro, su quali interrogativi, su quali suggestioni e sollecitazioni ci pongono a livello socioeducativo le indagini internazionali.

Il valore di queste come strumento di crescita e di confronto per lo sviluppo delle competenze di base, che il sistema scuola deve assicurare ai propri utenti nel corso del loro percorso formativo, é indubbio e universalmente riconosciuto, malgrado qualche residua sacca di resistenza che accompagna le ricerche in tema di scuola. Sono infatti uno strumento prezioso per favorire il confronto tra realtà nazionali diverse sulla base di quadri di riferimento comuni, che permettono il superamento dei particolarismi riduttivi e favoriscono il dialogo in senso più ampio sulla questione scuola, centrale per ogni sistema sociale.  Ma ancora di più offrono alle rilevazioni nazionali il valore aggiunto di una visione globale circa le profonde interconnessioni, non sempre così chiare ed evidenti, che ci sono tra repertori di competenze diversi. Pensiamo per esempio allo studio IEA PIRLS, che esplora la competenza alfabetica di lettura, cioè la

capacità di saper usare quelle forme di linguaggio scritto che la società ritiene indispensabili e che l’individuo apprezza come valori

Framework PIRLS

Si tratta di capacità necessarie a ciascuno per

capire, utilizzare e riflettere a partire da testi scritti ed elettronici, perché il soggetto possa raggiungere i suoi obiettivi, sviluppare le sue conoscenze e il suo potenziale, svolgere un ruolo attivo nella società

Framework PISA

Saper utilizzare i diversi linguaggi con i quali a scuola si entra in contatto attraverso le modalità formali tipiche dell’insegnamento, ma anche mediante quelle non formali che sono veicolate dalla relazione educativa, è un asse portante per

sviluppare un profilo culturale più elevato che contempli, non soltanto le conoscenze necessarie per l’esercizio dei diritti e dei doveri, ma anche la capacità di interpretazione dei fenomeni sociali, di autonomia di giudizio, di interazione con gli altri, di dialogo nelle situazioni conflittuali, di responsabilità nelle scelte e nelle decisioni

Framework Educazione civica e alla cittadinanza

Parlare di formazione delle competenze in modo globale ma non per questo meno attento alle loro specificità, sollecitare l’attenzione sul loro sviluppo, prevenire il rischio di possibili interpretazioni parziali o poco trasparenti attraverso il riferimento a quadri teorici, metodologici e interpretativi fondati sulla forza del riscontro empirico, permette di trarre conclusioni fondate sull’evidenza del dato.

É questa base valida e attendibile ma in continuo sviluppo, come è caratteristica della ricerca, a dare ai diversi organismi, politici e istituzionali, elementi per un confronto costante con i traguardi che la scuola ha come fine della propria azione, che le società civili hanno come scopo per il progresso e il benessere. Ciò che impariamo su quanto i sistemi scolastici costruiscono per i propri allievi e con i propri allievi riguarda l’intera collettività, che ha nella scuola un caposaldo fondamentale per la trasmissione non solo di conoscenze e competenze ma di valori, quali la salvaguardia della libertà e l’inclusione. 

Le informazioni che le indagini internazionali mettono a disposizione di ciascuno, non solo di specialisti e istituzioni, ci offrono quindi materiale prezioso per riflettere sul significato delle competenze che indagano. Ciò è essenziale per indirizzare l’azione formativa in modo mirato alla promozione costante di quel bagaglio inalienabile di saperi e di valori sul quale poggia la possibilità di ciascuno a esercitare il diritto-dovere di essere cittadini attivi e responsabili. Accogliere i dati che ci permettono di confrontarci e di crescere è una sfida culturale alta, sui cui risvolti etici è certamente difficile avere dubbi, alla quale nessun Paese può sottrarsi e alla quale il nostro Paese partecipa attivamente.

Foto di Depositphotos

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