A quali perché rispondono i dati

Nell’L’Editoriale di INVALSIopen di questo mese il Presidente Roberto Ricci ci offre alcune riflessioni sull’importanza dei risultati ottenuti con le Rilevazioni nazionali e ci spiega a quali perché rispondono i dati.

editoriale perché dei dati

La pandemia, con il suo passaggio improvviso e dalle conseguenze tragiche, ha lasciato un segno evidente nella scuola in termini di esiti di apprendimento degli studenti. Questi esiti, come è noto, hanno subito una flessione rispetto al periodo prepandemico, acuendo fenomeni preoccupanti come la dispersione nelle sue diverse forme, gravosa non solo in termini economici ma anche in termini di disagio personale sociale. Sarebbe però semplicistico rifugiarsi dietro uno sbrigativo – per quanto sicuramente vero – “era prevedibile”.

Un contributo importante perché questa presa d’atto di una fragilità presente nella nostra scuola si trasformi in forza propulsiva, dalla quale ripartire, ci può venire proprio dai risultati delle rilevazioni nazionali.

I dati non possono certamente spiegare tutto né tantomeno offrire soluzioni,

ma analizzarli e comprenderli è condizione essenziale per contribuire a individuare le migliori strategie possibili da adottare in un determinato contesto, in rapporto anche alle altre variabili presenti che concorrono a determinarlo.

Il tempo ha dimostrato in modo molto evidente che i dati acquisiti attraverso prove standardizzate forniscono informazioni utili e necessarie a più scopi: aiutare la scuola a trovare percorsi di miglioramento all’interno della propria specifica realtà; capire come intervenire al meglio nel supportare la scuola a progredire e a rinnovarsi; elaborare idee costruttive, adeguate al presente e proiettate al futuro per corrispondere alle molteplici esigenze di una popolazione scolastica estremamente eterogena.

A queste necessità si vuole andare incontro, in una maniera che negli anni è diventata sempre più mirata anche grazie al confronto con le realtà internazionali, attraverso azioni che afferiscono certamente alle competenze di base degli studenti, ma che non dimenticano il peso dei fattori socio-relazionali, quali la motivazione o la capacità collaborativa, per citare solo due tra le numerose variabili legate all’apprendimento e sulle quali la scuola può incidere anche tramite un utilizzo virtuoso e costruttivo dei dati.

Di contro, c’è da dire che leggere gli esiti attraverso categorie interpretative non corrispondenti a quanto i dati stessi rilevano rischia di alterare il reale portato dell’informazione contenuta nel dato stesso e può anzi rafforzare erronee convinzioni, perpetuando visioni dell’istruzione che prescindono dagli effettivi bisogni degli studenti e del sistema scolastico.

Il dato ha senso se lo usiamo per mettere in atto processi di miglioramento e questa consapevolezza negli anni ha fatto passi da gigante nella cultura della valutazione e in tutte le componenti del sistema scuola, interne ed esterne.

Questo non vale solo per il sistema di istruzione ma anche per la politica, le amministrazioni, la ricerca, che considerano ormai i dati un patrimonio informativo da cui partire per costruire percorsi sempre più rispondenti alle realtà cui fanno riferimento.

Un cambiamento culturale non è in genere – e possiamo dire comprensibilmente – né breve né privo di ansie e perplessità, che devono però spingerci a domandarci: quale modello di scuola vogliamo perseguire?

Se la nostra domanda è autentica allora le risposte ci sono, perché la ricerca negli anni ha fatto e detto tanto, mostrando a chiare lettere attraverso i dati – provenienti da studi e indagini nazionali e internazionali – che lavorare bene con giovani che vivono una fase fondamentale del loro percorso formativo, sul piano scolastico e personale, richiede l’adozione di modelli inclusivi e che questi per essere davvero efficaci devono fondarsi su informazioni affidabili.

Abbiamo affrontato in più occasioni questi temi sulle pagine di INVALSIopen, in modi diversi e con vari accenti, ma forse alla vigilia dell’avvio delle Prove nazionali 2023 vale la pena rifletterci ancora una volta, anche alla luce di una consapevolezza crescente su quanto i dati possono offrire al sistema Paese, al quale la scuola contribuisce formando le nuove generazioni cui è affidato il domani.

Foto di Depositphotos

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