Accesso all’apprendimento digitale: per gli studenti c’è equità?

Oggi tutti gli aspetti della nostra vita sono fortemente legati alla digitalizzazione e alla tecnologia: il tempo libero, l’economia, la scuola, il lavoro, perfino le interazioni sociali.

Accesso all’apprendimento digitale: per gli studenti c’è equità?

I due anni di emergenza sanitaria e di lockdown hanno evidenziato ancora di più l’esigenza di valorizzare le competenze digitali e tecnologiche, lavorando su una Scuola capace non solo di introdurre le innovazioni, ma di comprenderle, trasmetterle e accogliere nuovi paradigmi educativi.

Ma agli studenti, oggi, si riesce a garantire equità di accesso all’apprendimento digitale scolastico?

Prova a rispondere a questa domanda la ricerca recentemente pubblicata dall’OCSE Mending the Education Divide: Getting Strong Teachers to the Schools That Need Them Most (Riparare il divario educativo: portare insegnanti forti alle scuole che ne hanno più bisogno).

Partendo dai dati dell’Indagine TALIS del 2018, lo studio esamina le differenze tra gli studenti nell’accesso a internet e alle tecnologie e indaga sulla distribuzione degli insegnanti che utilizzano regolarmente le TIC (Tecnologie di Informazione e di Comunicazione, o anche ICT) nelle scuole.

Inoltre, vengono analizzate le tipologie di scuola e di studenti che hanno maggiori probabilità di beneficiare delle risorse necessarie per un apprendimento digitale efficace.

Accesso a internet e alle apparecchiature ICT

Nei vari sistemi educativi esaminati, le scuole svantaggiate dal punto di vista socio-economico risultano avere maggiori difficoltà nell’accesso a internet e una disponibilità minore di apparecchiature tecnologiche e informatiche rispetto alle scuole più avvantaggiate.

Inoltre, è più probabile che gli studenti dispongano di un accesso adeguato a internet nelle scuole private rispetto a quelle pubbliche.

In media in tutta l’OCSE, la quota di presidi che hanno riferito che la capacità della scuola di fornire un’istruzione di qualità è stata ostacolata (…) da un accesso a Internet insufficiente è di 14 punti percentuali più alta nelle scuole pubbliche rispetto a quelle private

Mending the Education Divide: Getting Strong Teachers to the Schools That Need Them Most

Un altro passaggio importante riguarda il digital divide tra aree rurali e urbane. In molti sistemi educativi, infatti, le difficoltà nel garantire un adeguato accesso a internet sono maggiori nelle scuole situate in territori rurali rispetto a quelle delle città.

Un fenomeno particolarmente presente anche in Italia (oltre 40 punti percentuali di differenza), insieme a Alberta (Canada), Colombia e Messico. 

Nella tabella grafica, è rappresentata la percentuale di presidi di Scuola secondaria di primo grado che segnalano che la capacità della scuola di fornire un’istruzione di qualità sia attualmente ostacolata da un accesso a internet inadeguato.

Accanto al nome del Paese sono indicate le differenze statisticamente significative tra le scuole a gestione privata e le scuole a gestione pubblica (Italia: -44).

gli studenti e l'accesso a internet
Accesso a Internet insufficiente, in base all’ubicazione della scuola – Paesi e territori sono classificati in ordine decrescente rispetto alla percentuale di presidi che riferiscono che la capacità della scuola di fornire un’istruzione di qualità è attualmente ostacolata “abbastanza” o “molto” da un accesso Internet insufficiente. Fonte: OCSE, Database TALIS 2018, Tabella 3.4.

Disponibilità di insegnanti competenti nell’uso delle TIC

Se un’infrastruttura ICT efficace è essenziale per lo sviluppo e l’efficacia delle digital skills a Scuola, è anche importante la presenza di insegnanti con una formazione adeguata.

L’uso e lo sviluppo delle TIC a Scuola, in realtà, non porta automaticamente a risultati migliori per gli studenti. Studi passati hanno dimostrato che non è il solo accesso alla tecnologia a migliorare l’apprendimento degli studenti, ma che è necessaria un’efficace integrazione della tecnologia nei programmi didattici.

Gli insegnanti possono integrare la tecnologia nel loro insegnamento solo se acquisiscono essi stessi competenze digitali di base e sono sufficientemente competenti da adattare l’uso della tecnologia al proprio insegnamento

OECD Skills Outlook 2019

Su questo aspetto, la ricerca fa un passo avanti ed evidenzia come gli insegnanti che utilizzano determinati metodi di insegnamento abbiano più successo nell’integrare le nuove tecnologie nei loro programmi. In particolare, l’uso delle ICT risulta particolarmente efficace quando è combinato con metodi di apprendimento innovativi come la gamification o le classi capovolte (flipped classes).

Secondo la ricerca, oltre alla formazione specifica sull’uso delle TIC, la letteratura evidenzia costantemente la presenza di una correlazione positiva tra il senso di autoefficacia percepita dagli insegnanti e l’utilizzo della tecnologia in classe.

Accesso all’apprendimento digitale: per gli studenti c’è equità?

Disponibilità di insegnanti competenti nell’uso delle TIC

A questo punto, per analizzare la presenza di disparità nell’accesso alle tecnologie da parte degli studenti, la ricerca indaga sulla distribuzione degli insegnanti che utilizzano le tecnologie digitali nelle scuole: sono allocati in maniera omogenea? La loro distribuzione riesce a garantire agli studenti un’equità di accesso all’apprendimento delle competenze digitali?

In media, all’interno dell’OCSE, il 53% degli insegnanti ha riferito di consentire ‘frequentemente’ o ‘sempre’ agli studenti l’utilizzo delle TIC per progetti o lavori in classe, ma gli insegnanti competenti e formati nel digitale e che si sentono in grado di inserirli nei processi di insegnamento non risultano distribuiti uniformemente, si concentrano in determinati tipi di scuole.

In media, in tutta l’OCSE, circa un terzo degli insegnanti che usano regolarmente le TIC in classe dovrebbe trasferirsi in un’altra scuola per essere distribuiti uniformemente tra le scuole.

Mending the Education Divide: Getting Strong Teachers to the Schools That Need Them Most

Dai risultati dello studio, emerge che la quota di insegnanti che risultano essere più preparati in queste attività è maggiore nelle scuole private rispetto a quelle pubbliche in quasi un quarto dei Paesi partecipanti a TALIS.

In sette sistemi educativi, inoltre, la presenza di questi insegnanti è maggiore nelle scuole più avvantaggiate dal punto di vista socio-economico.
Si pone quindi la questione di come migliorare l’apprendimento digitale nelle scuole pubbliche e nelle scuole meno abbienti per annullare le disuguaglianze nell’uso delle TIC.

I suggerimenti per i decisori politici

Tra le varie strade percorribili dalla politica per risolvere il problema del digital divide a Scuola, lo studio suggerisce l’introduzione di incentivi non monetari, come attività di sviluppo professionale che siano incentrate sull’uso delle tecnologie e la promozione di una cultura collaborativa tra gli insegnanti, che – come evidenziato dalla ricerca – crea terreno fertile per l’utilizzo di strumenti digitali nei programmi scolastici.

Queste iniziative, insieme al potenziamento delle infrastrutture tecnologiche nelle scuole, possono attrarre gli insegnanti con le competenze digitali più spiccate verso le strutture scolastiche più bisognose.

Germania e Spagna, in particolare, hanno stanziato fondi per fornire dispositivi digitali e di connettività alle scuole dando priorità a quelle svantaggiate.

In Italia, il PNRR Istruzione prevede investimenti per le competenze che riguardano il digitale, le pari opportunità e la riduzione dei divari territoriali, con interventi dedicati ai territori più fragili.

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