Quali sono le competenze chiave necessarie alla popolazione adulta per affrontare in modo adeguato la vita quotidiana e per partecipare con successo alla vita economica e sociale oggi? Quali sono i fattori e le condizioni che influiscono principalmente sulla determinazione delle competenze? In quale misura le competenze influenzano le scelte e condizionano i percorsi di vita della popolazione adulta? Sono queste le domande che hanno guidato l’Indagine sulle competenze degli adulti (Survey of Adult Skills) realizzata nell’ambito del Programma dell’OCSE per la valutazione internazionale delle competenze degli adulti (Programme for the International Assessment of Adult Competencies, PIAAC), giunta alla seconda edizione dopo lo studio del 2012. Vediamone i risultati salienti.

Nel 2023 in 31 Paesi del mondo, tra cui l’Italia, si è svolta la seconda edizione dell’Indagine OCSE PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies), della quale è parte integrante l’Indagine sulle competenze degli adulti (Survey of Adult Skills).
Questo studio campionario, condotto su una popolazione adulta di età compresa tra i 16 e i 65 anni, ha lo scopo di raccogliere informazioni sulla quantità e sulla dinamica delle competenze, sul legame tra queste, l’istruzione e il lavoro e sul ruolo che svolgono nel miglioramento delle prospettive occupazionali e di vita della popolazione adulta.
Si tratta di competenze il cui possesso maggiore o minore incide in modo molto rilevante sul modo e sulla misura con cui le persone adulte affrontano la quotidianità, a livello sia individuale sia collettivo, partecipando adeguatamente o meno alla vita economica e sociale.
Le competenze misurate nel nostro Paese
Le competenze che l’Indagine misura sono:
- capacità di lettura e comprensione di testi scritti (dominio cognitivo della literacy)
- capacità di comprensione e utilizzo di informazioni matematiche e numeriche (dominio cognitivo della numeracy)
- capacità di raggiungere il proprio obiettivo in una situazione dinamica in cui la soluzione non è immediatamente disponibile (dominio cognitivo del adaptive problem solving)
Si tratta di repertori cruciali in ogni area geografica, in quanto un loro adeguato possesso permette alle persone di partecipare costruttivamente e propositivamente alla vita quotidiana.
Se si leggono a livello macro i dati rilevati in Italia il peso dei divari interni legati soprattutto al territorio appare piuttosto marcato. Nel Nord e nel Centro Italia le persone riescono spesso a raggiungere punteggi di competenza pari a quelli della media OCSE, decisamente più alta di quella italiana. Nel Mezzogiorno i valori registrati invece sono significativamente inferiori alla media italiana e di conseguenza a quella internazionale.
Ai divari territoriali si aggiungono quelli legati all’età. Le persone di 55-65 anni mostrano i valori di competenza più bassi rispetto a quelli raggiunti dai giovani di 16-24 anni.
Anche il titolo di studio è una variabile alla quale si associa un diverso livello di competenza. Gli adulti con titoli di studio pari o inferiori alla licenza media raggiungono punteggi nettamente più bassi delle persone che hanno completato percorsi di istruzione terziari.
Un altro fattore che sembra influire sull’uso competente di capacità nell’utilizzo di informazioni matematiche e numeriche è il genere. In questi ambiti infatti le donne raggiungono risultati inferiori rispetto agli uomini.
Nel dettaglio dei repertori per fasce d’età
Le competenze cognitive rilevate tramite l’Indagine PIAAC sono espresse in punteggi che vanno da da 0 a 500.
Nel confronto con i punteggi raggiunti dagli adulti degli altri Paese partecipanti, nelle competenze di literacy il punteggio medio degli adulti italiani è pari a 245 punti, contro una media OCSE di 260.
Nelle competenze di numeracy il punteggio italiano è di 244 punti, rispetto ai 263 nella media OCSE. In entrambi i repertori il nostro Paese si colloca negli ultimi posti della classifica.
Lo stesso accade per le competenze di problem solving adattivo, rispetto alle quali la media italiana è di 231 punti, a fronte di una media OCSE di 251 punti.
Se si leggono i dati sulla literacy mettendo a confronto le aree geografiche nazionali i residenti nel Nord-ovest, del Nord-est e del Centro registrano punteggi medi di competenza statisticamente pari a quelli della media OCSE. Il Nord-est, inoltre, eguaglia la media OCSE anche nel dominio della numeracy. I risultati delle regioni del Mezzogiorno invece sono decisamente inferiori e spingono l’Italia verso la parte bassa della graduatoria dei Paesi.
Il quadro si modifica se si considerano i risultati raggiunti in Italia dalla popolazione giovanile, quella compresa cioè nella fascia di età 16-24 anni, che è comunque poco estesa poiché il nostro Paese ha uno dei tassi di invecchiamento più alti al mondo.
Il divario di competenze tra 16-24enni e 55-65enni, in termini di valori medi, è evidente in qualsiasi dominio venga preso in esame. Con l’avanzare dell’età sembra quindi verificarsi una perdita notevole di competenze, anche a fronte di un buon bagaglio di partenza.
Il ruolo dell’istruzione
Questo secondo ciclo dell’Indagine OCSE-PIAAC sembra confermare il ruolo fondamentale dell’investimento in istruzione nell’accrescere le competenze chiave.
Anche nel nostro Paese, in tutte le sue aree geografiche, gli adulti di età compresa tra 25 e 65 anni in possesso di un titolo di studio terziario ottengono punteggi di competenze superiori rispetto a chi ha un’istruzione secondaria superiore o che ha raggiunto al massimo un’istruzione secondaria inferiore.
Occorre però considerare che in Italia è elevata la percentuale di adulti che ha un titolo di studio inferiore al diploma (ben il 38%), mentre solo il 20% delle persone di 25-65 anni possiede un livello di istruzione pari o superiore alla laurea.
Se si osservano gli ambiti di competenza non si rilevano differenze di genere in literacy e problem solving adattivo, mentre nella numeracy gli uomini si mantengono a un livello più alto.
Le differenze di genere in questo dominio si annullano quando il confronto è tra uomini e donne che si sono laureate in discipline STEM (cioè in discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche), investendo quindi in questo ambito sulla cui scelta da parte della popolazione femminile influiscono ancora stereotipi di genere, come sembrano testimoniare le scarse numerosità registrate.
Approfondimenti
- Le competenze cognitive degli adulti in Italia. Prime evidenze dell’indagine OCSE-PIAAC ciclo 2
- Il Quadro europeo delle Competenze chiave
- Povertà educativa e disparità sociali
- Le competenze degli adulti nell’Indagine OCSE PIAAC
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