Riflettere per migliorare. L’esperienza PON Valu.E

Si è svolto pochi giorni fa a Roma il Convegno Indicazioni di innovazione e supporto al Sistema Nazionale di Valutazione, evento finale del Progetto PON Valu.E – Valutazione/Autovalutazione Esperta coordinato dall’INVALSI. Ce ne racconta le finalità, le azioni, i risultati e le prospettive Donatella Poliandri, Responsabile dell’Area Innovazione e Sviluppo e Valu.E, in questa conversazione con Savina Cellamare, responsabile di INVALSIopen.

PON Valu.E è un progetto con una storia piuttosto lunga, ben 9 anni. Perché è nato e quali sono le finalità che lo hanno animato e guidato?

Il Progetto PON Valu.E è una scommessa nata subito dopo il varo nel 2014 del Sistema Nazionale di Valutazione, messo a regime dopo un settennato di lavoro per la costruzione con le scuole del modello su cui il sistema si fonda.

Non c’era allora moltissima letteratura su un sistema che prevedeva come primo passaggio un percorso di autovalutazione delle istituzioni scolastiche. E la scommessa è stata proprio costruire un sistema che prevedesse per le scuole un processo riflessivo da compiere per poter attuare dei percorsi di miglioramento.

I risultati di ricerca non erano esaustivi in merito a queste prospettive di lavoro, in quanto non è possibile prevedere se a seguito di un processo di misurazione nelle scuole avvengano dei processi di miglioramento. Si è quindi ritenuto molto importante pensare a un progetto che avesse come compito prioritario quello di sostenere il Sistema Nazionale di Valutazione.

È per questo che lo abbiamo definito come un vero spazio per monitorare, valutare, riflettere e sostenere questa innovazione della valutazione nel nostro Paese, avendo l’ambizione di assicurare un controllo costante per garantire la qualità del lavoro nelle scuole e anche per comprenderne i bisogni  durante questi processi. PON Valu.E, approvato nel 2016, si è strutturato quindi fin dall’inizio come processo di accompagnamento alle scuole.

Quali sono i risultati che un lavoro così impegnativo come quello richiesto da PON Valu.E ha prodotto fino ad ora? E quali sono le prospettive che questi risultati aprono per lo sviluppo di una cultura e di un sistema valutativo sempre più rispondente ai bisogni della nostra scuola?

Un risultato importante è stato rimettere in luce maggiormente nel Sistema Nazionale di Valutazione l’importanza di coinvolgere le scuole ripartendo proprio da loro stesse.

Tutte le ricerche che abbiamo condotto infatti, così come le azioni che sono state realizzate, ci riportano all’idea centrale che la scuola deve essere soggetto attivo dei propri processi di valutazione. Questo perché deve avere una voce, una capacità di rilettura dei propri processi interni, in modo tale da poter riorientare i propri percorsi futuri.

Il Progetto PON Valu.E quindi è partito dal Sistema Nazionale di Valutazione ed è ritornato alla rilevanza delle scuole, all’importanza di dare un sostegno decentrato alla loro capacità valutativa, alla necessità di vedere e di comprendere come queste usano la valutazione e capire come aiutarle in questa lettura del percorso valutativo.

Un lavoro poderoso, che ha la finalità di aiutare le scuole stesse a migliorare la propria azione didattica, con l’obiettivo di contribuire a migliorare – sia pure in modo indiretto – i livelli di apprendimento degli studenti. Ecco perché possiamo dire che il progetto ha rimesso al centro le scuole in tutti i suoi processi.

Come si è articolato questo lavoro e quali sono state le sue evoluzioni nel corso del tempo?

Prima di tutto ci siamo concentrati su un’azione molto importante di studio della valutazione, che abbiamo chiamato valutare la valutazione.

Siamo partiti perciò ponendoci delle domande molto concrete:

  • Il RAV è valido?
  • I nuclei di autovalutazione come hanno accolto l’utilizzo del RAV?
  • Sono diffusi nelle scuole i processi valutativi?
  • Tutta la scuola è consapevole di come avviene un processo valutativo?

Questi sono solo alcuni dei molti interrogativi che ci hanno guidato. Dal punto di vista tecnico, dai nostri numerosi studi abbiamo avuto conferma di quanto fosse importante che gli esiti della valutazione venissero discussi dentro le scuole e tra le scuole condividendo le competenze.

Facciamo un esempio. Non è detto che all’interno di una scuola tutti sappiano leggere i dati, ma all’interno di un network di scuole questo sicuramente accade. In pratica, all’interno di una rete vi sono competenze che possono essere condivise, ci si può confrontare ed è importante che il processo venga compreso dal basso. Può sembrare un’affermazione scontata, ma è stato invece interessante ritornare a questa consapevolezza.

Tutto ciò, del resto, è in linea con quanto asserisce la letteratura internazionale, che sottolinea l’importanza di un sostegno orizzontale tra le scuole, mantenendo un bilanciamento tra le istanze di valutazione nazionale e i bisogni di valutazione a livello di istituzioni scolastiche.

Un’altra azione è stata l’elaborazione di tutte le piattaforme che non erano state messe a regime dal Sistema Nazionale di Valutazione, includendo anche quella parte del sistema di istruzione non ancora coinvolto, come i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, la formazione professionale e, per la parte infrastrutturale, anche le scuole dell’infanzia.

Ed è stato importante anche un altro versante di lavoro, cioè costruire dei modelli formativi di sostegno alle competenze valutative dei docenti e dei dirigenti scolastici, quindi rivolgendoci alle scuole anche in quest’ottica.

Per concludere la nostra conversazione con un auspicio che il lavoro poderoso di PON Valu.E permette di fare alla nostra scuola cosa possiamo dire?

Un messaggio che possiamo lanciare è sicuramente questo: l’esortazione a investire nella capacità valutativa delle scuole con corsi di formazione, con un sostegno che passi anche attraverso processi di confronto tra scuole che dialogano tra loro. Anche durante i lavori del recente Convegno, nel quale abbiamo presentato il percorso compiuto, questo aspetto è stato sottolineato, in particolare dal Professor Chris Brown dell’Università di Warwick, che ha parlato del valore dei network. Aprire prospettive per pensare e generare tali sinergie mi pare un grande risultato.

In un Sistema Nazionale di Valutazione convincente è necessario mantenere vivo un processo che porti a un maggiore coinvolgimento delle scuole e il futuro del PON Valu.E dovrebbe essere esattamente quello di aiutare gli istituti scolastici a diventare sempre più attori dei propri percorsi di valutazione. E in questo l’INVALSI può giocare senza dubbio un ruolo cruciale.

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