Apprendere per la vita
I punti salienti dell’OECD Skills Outlook 2021

L’OCSE ha di recente pubblicato l’edizione 2021 del suo Skills Outlook. Il tema principale di questo report è l’apprendimento permanente e, secondo gli autori, è necessario che tutti i Paesi intensifichino gli sforzi per consentire alle persone di imparare a navigare in un mondo del lavoro in rapida evoluzione.

Apprendere per la vita - I punti salienti dell’OECD Skills Outlook 2021

Il Rapporto OECD Skills Outlook 2021 – Learning for Life afferma che le politiche educative dei vari Paesi dovrebbero svolgere un ruolo chiave nel facilitare un apprendimento permanente efficace e inclusivo. Tanto è stato fatto in questi ultimi anni, ma molto resta ancora da fare.

I ricercatori dell’OCSE ritengono che per favorire lo sviluppo del lifelong learning sarebbe opportuno investire in programmi che coinvolgano tutte le principali parti coinvolte e in particolare i gruppi più vulnerabili: i giovani, i NEET – Not in Education, Employment or Training e coloro che svolgono i lavori i più a rischio di trasformazione.

È essenziale che l’apprendimento permanente diventi una realtà per tutti poiché la crisi ha ulteriormente accelerato la trasformazione della nostra economia e delle competenze richieste. Oggi troppi adulti non partecipano all’apprendimento sul posto di lavoro e la pandemia ha ulteriormente ridotto le loro opportunità di farlo.

Mathias Cormann – Segretario Generale OCSE

Uno sguardo ai dati

I dati sottolineano un apprendimento permanente a due velocità. Prima della pandemia, infatti, solo il 20% degli adulti con un basso livello di istruzione ha preso parte a una formazione formale o sul posto di lavoro, negli adulti con un alto livello di istruzione invece la percentuale era del 60%.

L’apprendimento varia inoltre notevolmente tra i paesi: in Grecia, Italia, Messico e Turchia partecipano meno del 25% degli adulti; in Danimarca, Finlandia, Nuova Zelanda, Norvegia e Svezia la percentuale supera invece il 55%.

Un altro gap si riscontra esaminando i dati relativi al genere: fino al 28% delle donne inattive ma motivate trova negli impegni familiari un ostacolo alla partecipazione alla formazione, solo l’8% degli uomini esperisce la stessa problematica.

Se non si interviene, la pandemia può peggiorare ulteriormente le cose, influenzando l’atteggiamento di apprendimento dei più giovani. L’interruzione della didattica in presenza ha infatti causato un learning loss che a breve termine potrebbe causare un aumento dell’abbandono scolastico, mentre a medio e lungo termine potrebbe inficiare lo sviluppo di atteggiamenti di apprendimento positivi.

Le azioni da intraprendere 

Il Report OCSE afferma che per consentire a più persone di continuare ad apprendere e ad aggiornare le proprie competenze i vari Paesi dovrebbero concentrarsi su tre questioni chiave.

Mettere gli studenti al centro dell’apprendimento

Le opportunità di apprendimento diversificate possono migliorare la qualità dell’istruzione e della formazione.

Per questo è opportuno che la progettazione delle politiche educative sia inclusiva, abbordabile, accessibile e adattabile.

Abilità per tutta la vita

L’apprendimento permanente si basa su solide competenze di base, come alfabetizzazione e matematica, sulla volontà di apprendere e su un’abitudine all’apprendimento.

I sistemi educativi dovrebbero sfruttare maggiormente il potere della tecnologia, considerando anche gli effetti che questa può avere nel ridurre i divari nei livelli di competenze.

Forte coordinamento per un apprendimento inclusivo e di alta qualità

I decisori politici dovrebbero creare un forte coordinamento per la gestione delle conoscenze e la condivisione delle informazioni per favorire la diffusione dell’apprendimento permanente.

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