Gradi scolastici e valutazione

Quando si ha a che fare con l’INVALSI e le sue Prove ci si accorge che i termini per riferirsi a una determinata classe scolastica sono diversi da quelli usati comunemente e che ci sono familiari. Perché allora è stata fatta questa scelta? La ragione è semplice ed è che mantenere il vecchio modo di esprimersi, in quanto usato solo da noi, rende impossibile confrontare i dati del nostro sistema scolastico con quelli degli altri Paesi.

L’INVALSI nei suoi documenti, come per esempio il Rapporto annuale, parla di grado scolastico e di livelli, parole ed espressioni comparsi nel lessico scolastico in tempi piuttosto recenti. Questo potrebbe creare un po’ di confusione nella scuola ma soprattutto fuori da questa.

Per comprendere cosa sono i gradi scolastici utilizzati dall’INVALSI e perché è importante applicare questa terminologia quando si parla di valutazione scolastica è utile vedere come è strutturato il nostro sistema d’istruzione e come sono organizzati quelli degli altri Paesi.

I gradi scolastici dell’INVALSI

Un modo per favorire il confronto tra i vari sistemi di valutazione è quello di applicare la classificazione americana dei gradi scolastici. Negli Stati Uniti, per esempio, il percorso di studi obbligatorio viene classificato secondo un ordine che va dal grado 1 al grado 12. Ciascun grado corrisponde a un’età dello studente: i bambini di 6-7 anni si trovano al grado 1, mentre i ragazzi di 17-18 anni sono al grado 12.

Anche i sistemi di istruzione di molti altri Paesi, come quelli di Polonia, Norvegia, Messico e Grecia, utilizzano questo ordinamento e ciò permette di mettere su un unico piano un certo periodo scolastico e di confrontare i dati degli studenti che afferiscono a un dato grado scolastico.

Dal 2017 anche l’INVALSI ha iniziato a utilizzare questa classificazione per indicare le classi italiane che partecipano alla valutazione con prove standardizzate.

Seguendo questa classificazione, le classi II e V della scuola elementare corrispondono rispettivamente al grado 2 e al grado 5; le classi III della scuola media al grado 8, mentre le classi II e V di quella superiore rispettivamente al grado 10 e al grado 13.

Gradi scolastici e valutazione

I sistemi educativi scolastici obbligatori

Quasi tutti i Paesi europei ed extraeuropei hanno dei sistemi di educazione scolastica obbligatori, che durano generalmente dieci anni e riguardano ragazzi dai 6 ai 16 anni di età.

Anche se ogni Paese ha una propria normativa e una propria organizzazione particolare, la loro struttura si discosta poco da un Paese all’altro e si articola generalmente in due macro-segmenti: educazione primaria ed educazione secondaria.

L’educazione primaria

Il primo ciclo di istruzione è più o meno uguale per tutti i Paesi. Ha una durata di 5-6 anni e interessa i bambini dai 6 agli 11 anni di età. Alcuni sistemi educativi, tuttavia, suddividono ulteriormente questa fase educativa in due o anche tre passaggi. È quanto accade per esempio in Francia, in Inghilterra e in Portogallo.

L’educazione secondaria

Al termine del ciclo primario si passa al secondo ciclo di istruzione, per i ragazzi dagli 11-12 ai 18-19 anni. A differenza del primo ciclo, l’articolazione del secondo è più complessa e quasi tutti gli Stati dividono questa fase dell’iter scolastico in ulteriori cicli d’istruzione.

Dagli 11-12 anni fino ai 14-15 anni, a seconda del Paese in cui si trovano, i ragazzi frequentano per qualche anno la scuola secondaria inferiore (Lower Secondary School), che rappresenta una fase di passaggio ma non per questo è meno importante.

Dopo aver superato un esame specifico, gli studenti iniziano a frequentare la scuola secondaria superiore (Upper Secondary School), che si colloca tra la scuola dell’obbligo e quella non obbligatoria.

I diversi tipi di istruzione secondaria

Per questo il secondo ciclo di istruzione nella maggior parte dei sistemi scolastici offre un ventaglio di indirizzi specifici, tra i quali gli studenti scelgono al termine della scuola secondaria inferiore.

Esistono infatti diversi tipi di istruzione, che vanno da quella secondaria generale a quella professionale e tecnica e possono durare dai 3 ai 5 anni. I primi due anni di ciascun indirizzo scolastico, servono prevalentemente per fornire le conoscenze e le competenze di base necessarie per preparare i ragazzi agli anni successivi, che invece sono differenziati e specifici rispetto all’indirizzo scelto.

Gli ultimi due/tre anni di scuola secondaria sono quindi opzionali, ma consentono agli studenti di accedere all’università una volta superato l’esame finale.

E in Italia come funziona?

Nel nostro Paese l’istruzione è obbligatoria dai 6 ai 16 anni, quindi dalla primaria fino al primo biennio di secondaria di secondo grado tutti i ragazzi devono frequentare la scuola.

Il sistema scolastico italiano è articolato in due cicli d’istruzione:

  1. Primo ciclo d’istruzione:
    • scuola primaria (ex scuola elementare) per bambini dai 6 agli 11 anni
    • scuola secondaria di primo grado (ex scuola media) per ragazzi dagli 11 ai 14 anni
  2. Secondo ciclo d’istruzione:
    • scuola secondaria di secondo grado (ex scuola superiore) per ragazzi dai 14 ai 19 anni, con percorsi di studi differenziati in licei, istituti tecnici e istituti professionali

Ogni ciclo d’istruzione si conclude con un esame, che permette agli allievi del primo ciclo di accedere a uno degli indirizzi della scuola secondaria di secondo grado e agli studenti del secondo ciclo di entrare all’università.

La fatica che può costare a un adulto – per esempio un genitore ma anche un insegnante – abituarsi a usare parole nuove rispetto a quelle che hanno accompagnato la sua vita scolastica, e alle quali si è anche in certo senso affezionati, è stato quindi necessario per facilitare la partecipazione della scuola italiana al dibatto internazionale.

Per leggere meglio i documenti dell’INVALSI e per confrontare più facilmente i risultati del nostro sistema scolastico con quello degli altri Stati è infatti importante che anche loro conoscano la classificazione per gradi scolastici e sappiano a quali classi corrispondono quei gradi che  partecipano alle rilevazioni nazionali.

Il passaggio può non essere stato facile ma ha sicuramente una valida motivazione.


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